Il 29 ottobre sono esattamente 39 candeline per Trans Italia, che nacque nell’ormai lontano 1984. E da allora quanta strada!
Trans Italia oggi!
Era proprio il 29 ottobre del 1984 quando la famiglia D’Auria fece il grande salto, entrando nel mondo della logistica. Da quella piccola sede a Mercato San Severino ad oggi Trans Italia è diventata un’azienda solida, condotta dall’Amministratore delegato Luigi D’Auria, con oltre 500 dipendenti a tempo indeterminato, 21 business unit in Italia e 10 all’estero, 3900 unità in flotta e un totale, solo nel 2022, di 184mila spedizioni, oltre 68mila in short-sea e poco più di 5000 su rail che hanno reso un fatturato di circa 220 milioni d’euro per l’intero gruppo. Numeri importanti se si pensa che si tratta di un’azienda del Sud e che vanta politiche d’innovazione, di rispetto per l’ambiente e per il dipendente tali da meritare premi e riconoscimenti ogni anno.
Gli inizi negli anni ’80 e quel magico 1995
Dopo due anni di rodaggio nella provincia di Salerno, nel 1986, con l’acquisto dei primi semirimorchi inloaders, capaci di trasporti di grandi lastre, si ha un primo upgrade che culmina due anni dopo con l’apertura della sede Trans Italia a Patrasso, grande porto della Grecia nel mar Ionio.
La svolta però arriva nel 1995 con la creazione di un legame che dura ancora oggi con la Grimaldi Lines. Ed è proprio con la Grimaldi che sempre nel 1995 si apre per Trans Italia l’era delle Autostrade del Mare con il primo trasporto Ro-Ro (da ruota a ruota, ovvero i primi trasporti via traghetto, che all’epoca si usavano solo per le rotte con le isole). Da Salerno salpa una nave della Grimaldi Lines con a bordo i mezzi ruotati di Trans Italia. Destinazione: Barcellona. Il dado è tratto. Il sogno di una creazione di rotte Ro-Ro più ampie, e di un sistema di SSS (Short Sea Shipping) è a portata di mano.
Sempre nel 1996 si apre la filiale di Valencia mentre solo un anno dopo la flotta arriva alle 500 unità. Ad oggi sono ben cinque le filiali spagnole (Valencia, Barcellona, Tarragona, Madrid e Cordoba) a conferma dell’importanza strategica della penisola iberica. Un mercato di rilievo che contribuisce ad aumentare il prestigio internazionale dell’azienda all’interno di uno dei mercati più floridi dell’area Mediterranea. La connessione con la famiglia Grimaldi è fondamentale. L’espansione strategica del Gruppo Grimaldi in tutto il Mediterraneo consente di aprire nuovi mercati e conseguentemente, nuove filiali, andando ad ampliare notevolmente il network.
Gli anni 2000 fino ad oggi
Ad oggi le business units solo in Italia sono 21, mentre 10 sono le sedi all’estero, con 10 nuovi punti aperti solo nell’ultimo anno. Le aperture di filiali nazionali si sono susseguite nel tempo quale chiave di supporto organizzativo in corrispondenza dei principali porti/terminal italiani dai quali si è arrivato a raggiungere sempre nuovi mercati. Ed ecco che nel 2005 si è arrivati a raggiungere Tangeri in Marocco e nel successivo 2006 Tunisi, dove nello stesso anno viene istituita una nuova business units dell’azienda. Le tappe da raccontare sarebbero infinite. Ultima in tal senso è l’apertura della filiale di Brühl in Germania in chiave strategica per il traffico rail.
Il 2023 per Trans Italia
È stato l’anno della definitiva fuoriuscita dal periodo tragico della pandemia. Questo è certo. Il 2022 aveva ancora mostrato qualche contraccolpo ad un’economia che a livello mondiale si stava riaccendendo. Il 2023 ha visto un pieno ritorno a quella ritrovata “nuova” normalità. Nulla sarà più come prima. Si è compreso che aiutare l’ambiente e le persone che lavorano per l’azienda, in piena sintonia con i parametri ESG (Environment, Social, Governance) è un vantaggio anche per l’azienda stessa.
Ed ecco allora modellare la nuova Trans Italia del post-Covid su quei parametri, con un Bilancio di Sostenibilità reale e tangibile, con un aumento delle politiche che puntano all’innovazione, all’ecosostenibilità e ad un welfare sempre più al fianco di chi non ha mai smesso di lavorare, anche durante la pandemia.
Gli obiettivi raggiunti nel 2023 e i tanti premi
A fine novembre arriva la notizia dell’entrata di Trans Italia nel mondo ELITE, l’ecosistema che aiuta le piccole e medie imprese a crescere e ad accedere ai mercati dei capitali privati e pubblici.
Nello stesso periodo arriva l’mportantissimo premio Industria Felix 2022 mentre a gennaio è il turno del HSE & Sustainability Supply Chain Award 2022 di Eni.
Il premio, per la categoria “Innovazione” a Trans Italia è stato ritirato dall’amministratore delegato dell’azienda, Luigi D’Auria. Trans Italia ha ricevuto l’HSE & Sustainability Supply Chain Award 2022 per essersi distinta, tra i fornitori di Eni, per la performance, per i progetti innovativi e per il commitment mostrato dall’azienda rispetti ai temi dell’HSE, ovvero Health, Safety and Environment, e della sostenibilità.
A giugno 2023 è la volta di un riconoscimento tutto salernitano ma importantissimo: l’ASI Salerno Awards. Queste le parole degli organizzatori:
Trans Italia Srl ha dimostrato un impegno notevole nello sviluppo di soluzioni di trasporto sempre più rispettose dell’ambiente. E’ stata in grado di anticipare le esigenze del settore e di adottare pratiche innovative per una supply chain sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. La pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità, conforme ai principali standard internazionali, è una testimonianza tangibile della volontà di operare in modo responsabile.
Il riconoscimento nell’ambito della “Menzione Speciale nel Campo dell’innovazione” è altresì particolarmente significativo. Il progetto integrato di efficientamento energetico, finalizzato alla riduzione dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2, e il monitoraggio dei parametri biometrici per la salute e la sicurezza dei trasportatori dimostrano l’impegno a migliorare continuamente le operazioni in modi innovativi e sostenibili”.
Ultimo ma non ultimo riconoscimento quello di ottobre 2023 grazie alla conquista del Sustainability Award, a cura di Kop Group ed Elite.
Cosa cambia nel 2023?
Altro passaggio fondamentale è la scelta da parte di Trans Italia di abbattere la propria carbon footprint mettendo a nuovo 150 trailer sia in officine interne che esterne convenzionate. La rigenerazione consiste nella sostituzione dei componenti maggiormente sottoposti ad usura come dischi e pastiglie dei freni, brake chamber, ammortizzatori, mozzi e cuscinetti, centina e teli, diapress (sospensioni) ed eventualmente tavole in legno ed impianto elettrico. Considerato che la produzione di un semirimorchio nuovo causa l’emissione in atmosfera di circa 18,6 tonnellate di CO2, mentre le operazioni di rigenerazione ne emettono circa 2,7 tonnellate, evitando l’acquisto di 150 unità nuove di fabbrica all’anno, si risparmiano circa 2400 tonnellate di CO2.
Spazio ancora una volta quindi al green, all’innovazione, alla riduzione dei costi di trasporto con i continui investimenti. Un esempio? I 30 nuovissimi IVECO S-Way, alimentati a LNG (gas naturale liquefatto), che rappresentano solo una prima parte di un investimento previsto nel biennio 2020/22 e che porterà ad un ringiovanimento progressivo del parco automezzi di Trans Italia, con ben 250 unità nuove di zecca che vanno a completare una flotta da oltre 2500 mezzi da fornire ai nostri autisti altamente qualificati. Non solo dato che vi sarà un graduale aumento anche dei veicoli Diesel EURO6 alimentati tramite i nuovi carburanti green HVO (Hydrotreated Vegetable Oil)