Stati Generali della Logistica Alis, D’Auria di Trans Italia: “I porti italiani rischiano la marginalizzazione”

Il 14 e il 15 novembre, presso l’Auditorium Conciliazione a Roma, è andata in scena l’Assemblea degli Stati Generali della Logistica organizzata da Alis, l’Associazione Logistica per l’Intermodalità Sostenibile dove si sono riuniti oltre 3000 tra imprenditori, rappresentati delle Istituzioni, ministri e stakeholder del settore, per discutere sui temi più importanti che dovranno entrare nell’Agenda di Governo per la fine dell’anno. Dal tema della sostenibilità economica quanto ambientale alla competitività del nostro Paese fino ai temi della digitalizzazione, della formazione e quindi dell’occupazione, gli argomenti sono stati tanti.
Per dare un’idea di cosa sia stata questa assemblea della Logistica organizzata da Alis, basta partire dai numeri emersi dalla due giorni. Un’associazione per la logistica che ad oggi rappresenta 2.250 soci, 80 miliardi di euro di fatturato aggregato e 257.000 lavoratori.
Si è stimato che nel 2023, grazie all’impegno di tutti gli associati a favore della facilitazione alla transizione ecologica, sono stati ottenuti risultati rilevanti:
6 milioni di camion sono stati sottratti dalle autostrade italiane
143 milioni di tonnellate di merci sono state spostate dalle autostrade verso l’intermodalità, grazie e porti ed interporti
5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 sono state abbattute

Le dichiarazioni di Luigi D’Auria, AD Trans Italia

Tra i protagonisti della due giorni anche Trans Italia che grazie all’Amministratore delegato, Luigi D’Auria, intervistato sul palco dell’Auditorium ha espresso le sue perplessità riguardo alle tante contraddizione di un’Italia che va avanti in alcuni settori, soprattutto nel privato, ma che rimane colpevolmente indietro nel pubblico.
“L’Italia è una piattaforma logistica naturale costituita da 58 porti capace di dar vita ad opportunità facendo nascere delle best practices come le autostrade del mare, dove siamo leader in Europa – ha esordito – È doveroso riportare anche alcuni dati sui vantaggi che queste hanno portato, ripresi proprio dall’ultimo Bilancio di Sostenibilità di Alis. Ricordiamo che sono stati sottratti 505 milioni di veicoli dalla strada, oltre 5 milioni di CO2 dal trasporto su ferro e circa un milioni di esternalità ridotte con un risparmio di circa 7 miliardi per il sistema Paese. Al di là di queste attività molto importanti però rischiamo anche una marginalizzazione dei porti italiani poiché la concorrenza dei porti del Nord Europa e di quelli del Nord Africa stanno mettendo sempre più pressione sui nostri. C’è tanto da fare. Ci sono temi importantissimi sul quale attivarsi immediatamente”.  

Il problema infrastrutture e dell’elevata burocratizzazione

D’Auria continua andando più nello specifico, affrontando il problema annoso della mancanza di infrastrutture.
“Abbiamo carenze di infrastrutture nelle aree portuali – continua l’Ad di Trans Italia – Non abbiamo aree di retroportualità. Spesso si lavora al limite dei principi di sicurezza. Ad oggi pochissimi porti sono connessi con l’intermodalità ferroviaria. Questo non ci permette di lanciare progetti di multimodalità, quindi strada-mare-ferro, perdendo in competitività. Consideriamo che oggi il sistema logistico italiano, dal primo all’ultimo miglio, paga uno step negativo dell’11% in più rispetto al resto dell’Europa. Questo è un primo elemento non più procrastinabile riguardo agli interventi immediati da compiere”. 
Non solo infrastrutture. D’Auria elenca tra gli altri quello della digitalizzazione e della eccessiva burocrazia.
Un altro problema di cui discutere è quello della digitalizzazione – sentenzia D’Auria – All’Italia costa 30 miliardi in più rispetto al mondo europeo. Un dato inverosimile se pensiamo che siamo nell’era del 5G. Siamo ancora poco digitalizzati senza un vero sistema centralizzato. Abbiamo la necessità di investire in maniera immediata inoltre sulla sburocratizzazione. Consideriamo che oggi, per sbloccare delle merci all’interno dei porti italiani abbiamo circa 180 adempimenti a fronte degli 80 a livello europeo. Tutti questi elementi portano ad una non competitività del sistema Paese laddove in altri Stati le metodologie vengono implementate con applicazioni come l’ETS. Con il PNRR abbiamo una grande opportunità, spendendo questi fondi mirati a patto che sia fatto nei tempi giusti. Ci auguriamo che con una regia centralizzata ci si possa orientare sulle specializzazioni dei porti, aumentando le best practices delle autostrade del mare e canalizzare gli investimenti per dare una maggiore competitività al Paese”.