E se si fermassero tutti i trasporti, cosa accadrebbe? Ecco lo scenario di ALIS in collaborazione con Trans Italia

Spesso quando facciamo la spesa quotidiana ci limitiamo, come è giusto che sia, ad esaudire ogni nostra necessità. Ma come ci arrivano quei beni su quegli scaffali? Non ci pensiamo mai, eppure se riusciamo a compiere, ogni singolo giorno, quelle miriadi di azioni alle quali siamo abituati, è per merito di un trasporto. Che sia dal produttore al distributore o dal distributore al centro commerciale o al piccolo negozio, gli oggetti non si muovono da soli.

Vien da sé che con questa premessa si intende subito l’importanza strategica fondamentale del settore Logistica e Trasporti, che anche durante questa lunga emergenza coronavirus non si è mai fermato. Guai se lo facesse. Possiamo però provare ad immaginare cosa accadrebbe se quella farina non arrivasse presso il forno, se quei medicinali non arrivassero più in farmacia o negli ospedali, se non arrivassero più i pezzi di ricambio per le nostre auto o per i nostri elettrodomestici.

Lo scenario di Alis: cosa accadrebbe se si fermassero la logistica e i trasporti?

In questo tempo in cui gli scenari di lockdown si susseguono, ci ha pensato ALIS, Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile ad immaginare quello che ci aspetterebbe in caso di blocco dei trasporti. Lo scenario, presentato durante l’ultima edizione dell’evento “La due giorni di Alis – La ripresa per un’Italia in movimento” tenutasi presso l’Hilton Sorrento Palace il 16 e 17 luglio 2020. Ecco i punti salienti:

Giorno 1 – L’inizio

  • Le spedizioni di ogni genere si bloccherebbero: lettere, giornali e pacchi di vario genere non possono essere spediti.
  • Stesso dicasi per i cantieri edili, dove le mancate consegne dei materiali determinerebbero la sospensione dei lavori. È solo l’inizio però.

Giorno 2 – I primi problemi

  • Iniziano i primi problemi relativi alla raccolta e smaltimento dei rifiuti che non possono più essere trasferiti presso i grandi centri di stoccaggio, inceneritori o termovalorizzatori. I rifiuti semplicemente non verrebbero più raccolti, ammucchiandosi per le strade. Le isole ecologiche e i cassonetti si riempiono fino alla chiusura.
  • Stop alla consegna di alimenti freschi come frutta e verdura, né di carne nei negozi. Ci si affida ai preconfezionati già presenti sugli scaffali e, per ora, ai surgelati. I primi a non poter più ricevere le forniture di alimentari sono gli hotel.
  • Tutta la produzione industriale, in mancanza di materie prime, si ferma.
  • Negli ospedali si è costretti ad effettuare solo le prestazioni più urgenti. Non vi sono i medicinali e le forniture necessarie per tutti i casi.

Giorno 3 – Raschiare le scorte

  • Nei negozi di alimentari, dopo soli tre giorni, iniziano a scarseggiare i beni. Si dà fondo alle scorte, ma non per molto.
  • Nel frattempo le stazioni di servizio iniziano ad esaurire le riserve di gasolio, rendendo più complicati i rifornimenti di combustibile per auto private, trasporti pubblici ed autoarticolati.
  • Arrivati a questo punto, i ristoranti sono i primi a decidere per la chiusura.

Giorno 4 – Stop all’informazione e alle stazioni di servizio

  • Il quarto giorno arriva lo stop ai mezzi d’informazione cartacei. La carta, materia prima per la stampa di quotidiani e riviste, non arriva più alle tipografie. I giornali cartacei, a cui siamo ancora legati, cessano di arrivare nelle edicole.
  • Nei negozi di alimentari terminano anche le scorte di surgelati. È la corsa ai rifornimenti a determinare questa lotta per l’approvvigionamento.
  • Le stazioni di servizio, dopo aver raschiato l’ultima goccia di benzina, sono costrette alla chiusura, in assenza di autocisterne che le riforniscano.
  • Va da sé che arrivi anche il blocco della maggior parte dei trasporti pubblico.

Giorno 5 – Inquinamento e blocco totale

  • Il cibo nei supermercati termina così come i capi d’abbigliamento nei negozi.
  • Al quinto giorno le attività produttive sono costrette a smaltire i fanghi di depurazione direttamente nei laghi e nei corsi d’acqua, provocando un’escalation velocissima in termini di inquinamento delle matrici acqua-aria-suolo. L’aria diventa irrespirabile e rende ogni attività impossibile.

In cinque giorni accadrebbe l’impensabile. Una simulazione che rende l’idea e dimostra quanto le attività di logistica e trasporti siano indispensabili per far si che esistano tutte le altre. Un impegno, quello di tenere in vita il Paese, che Trans Italia porta avanti da 36 anni e che oggi, ancor di più, vuole rispettare. Con dedizione, sacrificio e professionalità, seguendo tutte le norme anti-Covid per proteggere personale, autisti e clienti.

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Come Trans Italia garantisce ed ottimizza i trasporti ai tempi del Covid-19:

  • con la mentalità che da sempre caratterizza un lavoro ultratrentennale, fatto di professionalità, trasparenza e innovazione.
  • tramite l’uso della multimodalità Road/Short-Sea/Rail che consente la mobilità delle merci con un ridotto numero di personale e riduce l’emissioni di polveri sottili. Secondo uno studio della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) si è arrivati alla conclusione che tracce di Rna di SARS-Cov-2 sono state ritrovate sul particolato (PM), le polveri sottili. Ed è grazie all’utilizzo di mezzi alimentati ad LNG (metano liquido) e dell’intermodalità – strategia  che nel solo 2019 ha portato alla riduzione di 82.560 ton di Co2Trans Italia combatte, giorno dopo giorno, la diffusione del virus eliminando alla radice ogni forma di trasmissione tramite polveri sottili.
  • attraverso un processo preciso e continuo di digitalizzazione delle varie fasi del trasporto, che consente non solo la velocizzazione dello stesso ma anche la riduzione del contatto presso i vari stabilimenti di carico/scarico oltre che presso i vari porti/terminale e le code presso questi ultimi

Come Trans Italia preserva il capitale umano dal contagio:

  • con la formazione e la dotazione del personale al rispetto di tutte le norme anticovid. A partire dalle pratiche più elementari come la misurazione della temperatura corporea e il corretto utilizzo dei DPI (Dispositivi di prevenzione individuale) di seconda categoria forniti in dotazione e riconosciuti dall’Inail e dall’ISS fino alla frequente pulizia dei punti di contatto e la sanificazione dei locali e mezzi aziendali
  • con il continuo monitoraggio del proprio personale, sia in ufficio che in strada, dando prova di non aver mai abbassato la guardia, nemmeno durante la riapertura nella fase 2. Test sierologici, tamponi e un uso sapiente dello smart-working sono e saranno le pratiche che Trans Italia adotterà fino al definitivo termine dell’emergenza. Il vero motore dell’azienda, quello che permette il trasporto di beni, materie prime, generi alimentari e farmaci è il nostro personale, che sia davanti un videoterminale o al posto di guida. Preservare il nostro capitale umano ha la priorità su tutto.
  • con il coinvolgimento e la sensibilizzazione del personale nella stretta attuazione, sia in azienda che nella vita privata di tutte le raccomandazioni volte a prevenire la diffusione del contagio. É sinonimo di responsabilità e serietà il procedere con l’immediata segnalazione di contatti, anche non stretti, con casi di pazienti positivi al fine di una corretta analisi e gestione.

L’impegno di Trans Italia affinché ciò non accada mai 

Trans Italia non si tirerà mai indietro, continuando a lavorare e a dare il proprio contributo, qualunque siano le condizioni, per evitare che questo terribile scenario non si realizzi mai.